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<h2>Bello il mio paese</h2>
Tra i tanti posti che amo, questo li supera tutti, da sempre e per sempre mi sento di confermare.
E’ come se fosse rubato al tempo ed allo spazio, abbarbicato ai piedi della montagna e trattenesse non solo ricordi e storia, ma molto di più.
Da quando sono piccola ogni estate, ad ogni vacanza è la mia meta.
Mio padre c’è nato, prima di lui ogni membro della sua famiglia e nel sangue una sorta di radice montanara deve essere attecchita.
Di per sé è un paesino montano come tanti, con salite ripide, pietre ed erba a far da cornice, miste alle trasparenti acque ed un cielo che non si può immaginare più incantevole. Di giorno illumina e rischiara di un azzurro intenso e rigenerante e la notte brilla di un tripudio di stelle. Nel silenzio della sera ha il profumo della pace, tra il concerto di grilli e lucciole che mettono in mostra il loro spettacolo di danze luminose.
Ma questa si sa è la montagna.
E’ un patrimonio della mia infanzia, che continua a farmi innamorare nonostante gli anni si accumulino.
Questa piccola manciata di case, al confine tra le due regioni Piemonte e Liguria, ha la caratteristica di affacciarsi sulle Alpi Marittime e godere di un panorama incantevole, restando a meno di un’ora dal mare di Imperia. Porta un nome curioso, di quelli che raccontano già la loro appartenenza, infatti Piaggia, è un tratto di terreno in pendio e la posizione che ricopre è esattamente quella.
Amandola posso vantare di aver solcato i suoi sentieri in largo e in lungo, avventurandomi alla ricerca delle sorprese che solo la natura regala. Non esiste emozione più grande del vedere con i propri occhi gli animali selvatici girare liberi nel bosco ed incontrarli nel percorso, senza parlare di quando sussulta il cuore al rumore imprevisto! Che si tratti di lepre, cinghiale o stambecco. Che voli nel cielo e ti fischi il suo stupore con le ali distese ad oscurare il sole.
Ma non è nemmeno necessario allontanarsi troppo dal paese per avere esperienze di questo genere, basta salire al primo colle, sopra le ultime case, per immergersi nell’immensità che alberi ed infinito regalano.
Da quando poi è stata aggiunta la statua dell’Angelo della valle il tutto è ancora più spirituale. Chiude il trio di statue che sorvegliano la zona. Da un lato della sua immensa altezza quella del Redentore sovrasta i prati di Monesi e le sue piste da sci, dall’altro la Madonna del Frontè offre il suo sguardo al versante sopra la vallata ingauna concedendo una sorta di protezione dall’alto.
Banaudi Nadia